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mercoledì 23 giugno 2021

Gode e ride: sono il suo segreto

A volte ti capitano delle persone che ti prendono dentro, persone con cui è piacevole conversare anche via chat, su telegram o whatsapp. A volte ci sono persone che ti fanno sorridere e ridere anche senza sentire la loro voce e vedere il loro sorriso.

Fa caldo ma non disdegno, posso stare nudo in casa, aggirarmi nel mio ambiente naturale e sentirmi libero da tutto e tutti. Questo cielo pesante carico di umidità che non vuole svuotarsi contrasta invece con giovani uomini che hanno voglia di scaricare i loro ormoni dopo un anno di pandemia, restrizioni, zone rosse, gialle e bianche. Non starò qui a raccontarvi dei sei maschi che mi hanno fatto visita, li potrete vedere alla fine di questo post, vorrei raccontarvi di uno in particolare, veramente atipico e che mi ha convinto a scrivere di nuovo.

Durante le mie peregrinazioni nella jungla del web, tra siti e app di varia natura, mi soffermo a parlare con un uomo di 43 anni. In primo piano, nel suo profilo, mette la  sua foto, ha un viso simpatico e sorridente, con i capelli neri neri ed un ovale del viso accattivante. Incuriosito dai miei messaggi nell'etere, mi aveva contattato per chiedermi maggiori informazioni. Non mostrava timidezza ma una spigliata sfacciataggine condita da maniere educate di un gentleman anglosassone. Nello scambio di messaggi spiego con dovizie di particolari, come mi è solito, l'esatto svolgimento del Gloryhole e le regole per potervi accedere. "Mi hai convinto! Si può fare". Ne segue qualche giorno di organizzazione per poter incastrare le nostre disponibilità. Mi chiede se nel mio gloryhole entrano anche le palle, "Ovviamente si" rispondo orgoglioso, "Bene perchè adoro farmele accarezzare mentre me lo succhiano". Segno nel mio database questa importantissima informazione. 

Viene il giorno dell'incontro, puntualissimo mi avverte di essere arrivato ed è pronto a salire. Avevo già preparato il Gloryhole, gli apro e gli do le ultime indicazioni. Il giovane uomo entra nella mia alcova e senza timore esegue il rituale che ho previsto a causa della pandemia: Gel, mascherina tenuta e via: nel gloryhole. Il suo uccello lo avevo già visto in foto, non è enorme ma veramente ben fatto ed esteticamente piacevole e desiderabile. Con la mia bocca, le mie labbra, avvolgo il suo morbido glande....NO! caricato dalla mia memoria il file del mio nuovo avventore, la prima cosa che faccio è accarezzare e sfiorare i suoi testicoli depilati con le mie mani. Ne consegue una gradevole risata. Tra me e me penso che anche lui avesse ricordato questa cosa e ridesse di conseguenza pensando al mio gesto gentile. Dopo aver accarezzato dolcemente i suoi testicoli pieni ma ancora bassi, faccio intervenire le mie labbra e la mia bocca sapiente. Sgorga spontanea dall'altra parte della parete, un'altra risata gioviale. Proseguo il mio attento lavorio senza fretta e con dedizione ed ogni tanto il mio avventore si lascia andare ad una bella risata di cuore, comincio a capire che quello è il suo modo di godere. Gli altri gemono, lui ride.

Mi dedico a lui con grande intensità, mi prende molto il suo modo di godere e mi dedico a lui spontaneamente con tutto me stesso. In un crescendo continuo, con pause accuratamente decise, lo porto vicino e poi lo allontano dall'orgasmo: questa cosa la amo tantissimo. Ma ogni cosa si deve concludere e quindi mi dedico al suo uccello con foga delicata ed esperta, gli accarezzo i testicoli e li sento lentamente salire e diventare sempre più sodi e duri, pronti a spremersi in un geyser di gioia e piacere. Aggiungo alla bocca la mano, ride il giovane uomo, ride e la sua risata si fa sempre più forte e poi in un'esplosione di zampilli di caldo sperma la risata più grande ed il piacere che si scarica in tutto il suo corpo e che riesco a sentire anche al di qua del mio gloryhole!

Pulisco il suo uccello e glielo restituisco, lui si ricompone e se ne va felice più di prima. Ci scambiamo altri messaggi, ha goduto tanto e vuole tornare ed io lo aspetterò perché con questi tempi tristi e cupi, chi si sente libero al punto di godere senza remore e ridere del piacere e della vita che scorre dentro il suo corpo, è un bene prezioso, ma veramente prezioso!


Eccoli qua i magnifici sei di quel giorno! Lui è il primo in basso a sinistra!



giovedì 10 giugno 2021

Gli amici

E' Giugno, finalmente. Il caldo inizia a farsi sentire ma per non farci dimenticare l'inverno, le classiche bombe d'acqua che caratterizzano questo mese, rinfrescano e puliscono l'aria e le strade. Cade una leggera pioviggine, intensa, fitta ma quasi impercettibile. Adoro sentire nel buio e nel silenzio della mia casa il rumore delle macchine che sguisciano sull'asfalto. Quel rumore mi mette l'anima in pace. Veniamo tutti da un periodo così intenso e difficile, fatto di restrizioni e di abbracci rubati ma lentamente torneremo alle nostre abitudini, forse un po' cambiati, forse ancora più desiderosi di vivere intensamente, un po' per l'odore della morte che ci ha circondati e reso tutti più "finiti", un po' per la voglia di riscatto e di riprenderci quello che era nostro prima della pandemia. Il mio gloryhole però fatica a riprendere, a parte qualche avventore fidato che trova il tempo  per venirmi a trovare, mi mancano quelle situazioni eccitanti e piccanti che solo il mio gloryhole ha saputo regalarmi in questi anni. Ma oggi si è accesa una piccola luce e mi sono sentito come prima dell'era Covid: eccitato, adrenalinico e vivo. 

Mi scrive un ragazzo che mi aveva contattato qualche tempo fa, vuole passare. Il coprifuoco è stato spostato e la notte è disponibile e pronta ad alimentare le voluttà degli uomini, i giovani sono i più desiderosi e vogliosi di riprendere in mano la loro vita. Il ragazzo ha trent'anni, mi aveva mandato le foto del suo attrezzo, soddisfacente in ogni sua caratteristica, avevo dato quindi il mio consenso a provare il mio gloryhole. Gli do l'indirizzo, calcola l'orario di arrivo e mi conferma che si sta spostando. Mentre aspetto e preparo il gloryhole, il telefono trilla e vedo un suo messaggio: "ma se venisse anche un mio amico? potrebbe salire dopo di me? Lui aspetterebbe sotto". La domanda mi coglie impreparato e sorpreso al tempo stesso. Ci penso e mentre rifletto mi scrive ancora:"Sai sono in auto assieme a lui, cioè mi sta portando con la sua macchina". Immagino i due ragazzi presi dal desiderio improvviso di godere ed uno dei due ha un numero ed un contatto di un gloryhole. Mi eccita la confidenza e l'elasticità di pensiero del ragazzo che confida all'amico di questa possibile situazione ad alto tasso erotico ed adrenalinico. Ma in questi casi i miei sensi si attivano e la mia mente inizia a valutare. Gli rispondo convinto:"Ok, ma dovete salire uno alla volta, anzi, parcheggiate in doppia fila cosi mentre sale uno l'altro rimane in auto e non avete il problema del parcheggio".  "Inoltre", aggiungo deciso, "devi spiegare anche al tuo amico le regole di comportamento".

"Sì, certamente. Allora stiamo arrivando". La situazione si fa bollente, era da tempo immemore che non mi capitavano situazioni come questa, ma mantengo la calma ed il sangue freddo e metto in atto tutta la mia esperienza in situazioni del genere. 

"Siamo arrivati, allora salgo prima io", mi scrive il ragazzo con cui avevo intrattenuto le conversazioni passate. "Ok, vai pure al portone".

Il ragazzo segue tutte le indicazioni, mi dice la sua altezza, direi significativa e che mi fa capire che si tratta un gran bel ragazzo. Ma le sue foto, tanto, le avevo già viste in quanto visibili sul suo profilo Telegram. Apro il portone, la luce del pianerottolo invade l'antro del piacere. Il ragazzo segue tutte le mie indicazioni, si igienizza le mani, si cala i pantaloni ed infila il suo giovane uccello nel mio gloryhole. Mi avvicino e lo osservo. E' un bel cazzo addormentato, rasato ed i testicoli sono lisci e profumati, con la mano li afferro delicatamente e li palpeggio con cura. Le mie labbra si schiudono e la mia bocca avvolge il suo timido uccello. In pochi secondi lo sento crescere al tocco sapiente della mia lingua, titillo il frenulo, ingoio in tutta la sua lunghezza il suo cazzo vigoroso e voglioso. Gemiti sommessi di piacere, prima, quasi strozzati in gola, poi, via via e lentamente, si fanno strada e riempiono l'antro del piacere. In un crescendo di movimenti di lingua e bocca, seguo i suoi respiri accelerare e di conseguenza rallento per prolungare il suo piacere e poi riprendo con foga e dolcezza fino a riportarlo al culmine per poi rallentare. Gli lascio un po' di tregua e la mia bocca avvolge i suoi testicoli, la mia lingua li esplora e li solletica dandogli intensi brividi di piacere. Poi la mia bocca torna a curarsi del suo piacere e decido che è tempo di fargli raggiungere l'orgasmo. Pochi secondi e i suoi gemiti sono così intensi che lo lascio esplodere concludendo con un gioco di mano leggero e sapiente. Il suo respiro lentamente torna alla normalità. Lo pulisco e lo lascio andare e lui senza proferire parola lascia il mio gloryhole più leggero e felice.

Gli scrivo e gli chiedo se gli è piaciuto e mi risponde "Un sacco!". Sono orgoglioso e felice ma c'è il suo amico da far godere. Dopo qualche istante mi scrive "Allora faccio salire il mio amico", gli rispondo che va bene. Passano però i secondi, troppo tempo, nessun messaggio. Immagino il ragazzo che entrato in macchina cerca di tranquillizzare il suo amico, che è stata una esperienza unica e sicura. Ripensando ai momenti fugaci del nostro incontro, ho sentito in due occasioni il telefono trillare e sicuramente era l'amico che gli chiedeva se era ancora vivo o era finito nelle mani di qualche aguzzino o qualche rapitore. Immagino quindi la reticenza dell'amico a salire e immagino il ragazzo dimenarsi e sbraitare, con l'orgoglio tutto maschile di chi ha sfidato la sorte ed ha ricevuto in cambio un bel premio, per convincere l'amico a buttarsi e provare anche lui quell'esperienza insolita ed appagante. 

Ma questo non è un gioco per tutti, non siamo tutti uguali, non abbiamo gli stessi freni e lo stesso coraggio. Immagino la macchina che riparte con l'amico del ragazzo sollevato e convinto di aver fatto la cosa giusta. "Mi spiace ma il mio amico ci ha ripensato e stiamo andando via" mi scrive il mio nuovo avventore. "Non ti preoccupare, va capito. Comunque spero che tornerai perchè sei stato perfetto: educato, pulito, rispettoso di tutte le mie regole". "Senza dubbio!" mi risponde convinto.

Immagino l'amico del mio avventore tornare a casa da solo, mettersi nel letto ed iniziarsi a sfiorare, preda del desiderio, mentre in testa si insinua il tarlo che forse ha fatto una cazzata, che forse poteva provare, che in fondo si vive una volta sola ed il Covid, questo, dovrebbe avercelo insegnato. Che forse avrebbe potuto provare una nuova emozione. "Gliel'ho detto che si tratta di tanta roba!" mi aveva scritto il mio nuovo avventore. Che forse adesso avrebbe dormito più sereno e non si sarebbe masturbato. O forse no...

martedì 30 marzo 2021

La mia Oasi, il mio rifugio

Torno a scrivere perché la scrittura è curativa e dopo aver rielaborato qualcosa che mi scavava dentro nulla è più definitivo che mettere le cose per iscritto, dare forma ai pensieri, alle emozioni, allo stato d'animo, scavare dentro di me per riportare a galla il malessere e dargli una spiegazione logica e sensata. Ma facciamo chiarezza affinché voi lettori possiate capire di cosa sto parlando.

Quando ho dato vita al mio gloryhole, l'ho fatto seguendo il mio istinto, mettendo in piedi qualcosa di diverso, qualcosa che desse corpo al mio desiderio di trasgressione e allo stesso tempo mettesse a frutto la mia passione e il mio talento nel far godere il maschio. L'idea del gloryhole nacque navigando in rete e scoprendo che nei paesi dell'Europa settentrionale e ancor più nella libera, bigotta e trasgressiva America, diverse persone avevano dato vita a dei gloryhole privati, nei loro appartamenti, nelle loro belle case a schiera con il giardino ed il posto auto. Richiamavano a sé frotte di uomini vogliosi di sfogare il loro ardore e la loro virilità in un posto sicuro che non fosse uno squallido locale gay o un cinema porno, uomini che si professavano eterosessuali ma che nascondevano dentro di loro il desiderio di provare qualcosa che le donne non potevano donare loro, un piacere orale che solo un altro uomo poteva dare loro. Nella mia progettazione ho tenuto conto di queste cose ed ho pensato che fosse una bella idea trasportare questa modalità di incontro nel nostro Bel Paese che in fatto di bigotteria non aveva nulla da invidiare agli Stati Uniti d'America. Non avevo pensato però che la vita sessuale degli italiani fosse meno rigida di quanto ritenuto da tutti e che ci fosse una fluidità felicemente strisciante che doveva essere solo aiutata ad emergere.

Ben presto il mio gloryhole divenne per me un luogo di rifugio, un'oasi di pace e tranquillità dove far riemergere la mia intimità più profonda con me stesso e con i miei visitatori che sempre più spesso si aprivano, si confidavano e mi facevano partecipe delle loro storie. Un luogo di piacere trasgressivo ed inusuale dove anche i miei visitatori trovavano la loro oasi di pace e piacere avvolgente e allo stesso tempo raggiungevano la serenità per confessare le loro trasgressioni e la voglia di scoprire nuove emozioni, un confessionale erotico e taumaturgico, potrei definirlo anche un consultorio. Il gloryhole divenne per me il rifugio dal mondo esterno pieno di problemi e dolore, un luogo dove dimenticare per qualche ora tutto e tutti ed essere pienamente me stesso e la medesima cosa accadeva, toccati forse anche dal mio approccio delicato e sensibile, anche per i miei visitatori.

Questa mia intimità e l'intimità con i miei avventori divenne molto importante e, senza accorgermene, parte integrante del mondo che avevo costruito con passione e dedizione. Ma l'isolamento e la mia chiusura mi ha trasformato col tempo in un Robinson Crusoe bisognoso di compagnia e di una complicità diversa da quella nata con i miei avventori. Non avevo idea però che far oltrepassare la parete del gloryhole a qualcuno che non fosse un tradizionale avventore, mi avrebbe comportato uno stato di disagio che mi avrebbe portato ad atteggiamenti poco amichevoli e al limite della maleducazione, comprensibili solo se spiegati come sto facendo ora.

Incontrai, durante la mia peregrinazione sul web, un ragazzo simpatico, attraente, un po' problematico ma che percepivo ingenuo e bisognoso della mia guida. Lusingato dalla sua manifestazione di stima per aver creato una macchina di trasgressione ed erotismo fuori dal comune, passo dopo passo lo feci entrare nel mio mondo, prima come spettatore e poi come protagonista. Feci tutto io, complice uno dei miei peggior difetti, quello di non riuscire mai a dire di no. Col tempo questo ragazzo si scatenò assieme a me in serate all'insegna del gloryhole, i miei avventori erano entusiasti dei giochi di mano e di bocca che offrivamo loro, ma qualcosa si incrinò quando nei miei spazi privati mi si chiedeva la presenza del mio compare di gloryhole. Si aprì una piccola ferita che lentamente si allargò ed imputridì, rendendomi debole e triste. Le mie insicurezze riemergevano con forza, la mia intimità, il mio mondo di passione e trasgressione si vedevano lacerare e frammentare sempre più. Il vaso fu colmo quando acconsentii al mio compare di vedere privatamente uno dei miei più antichi ed assidui frequentatori. Fu rabbia cieca, imposi una damnatio memoriae ad entrambi senza se e senza ma. Fui categorico e duro, decisi che mai più avrei permesso a qualcuno di varcare quella soglia che separava me dai miei avventori ed ancor più di farli partecipi della mia idea, del mio progetto. Mi sentii usato ed ancor più ferito perché ero stato io stesso a concedere tutto questo, sottovalutando me stesso e quanto fosse importante per me quell'oasi, quel rifugio ma soprattutto l'intimità creata con i miei avventori.

Si badi bene, non è gelosia per la persona, non chiedo e non do esclusive, la mia fu gelosia per il l'invasione di campo, per vedere la mia isola sotto conquista, per sentirmi scansato ad ogni richiesta di essere in due e non da solo, io padrone della mia terra ma semplice compartecipante di una scena erotica di grande godimento per i miei avventori ma di godimento a metà per me.

C'è da dire che quando un uomo mette il suo uccello nel gloryhole, mi sento in dovere di prendermene cura, è un affido di qualcosa di prezioso, non solo le parti anatomiche, socialmente riconosciute per i maschi come qulle più importanti, ma soprattutto l'orgasmo, il suo piacere. Nel momento in cui gli uomini mettono il loro uccello nel buco mi affidano il loro piacere, il loro coito, il loro orgasmo e sono io a gestirlo e a decidere come e quando farlo godere.

In una situazione a due col mio complice, non ero più padrone di questa esclusività, anzi, mi si chiedeva di cederla e dividerla con qualcun altro, con il sottile e pesante senso di inadeguatezza che si faceva strada dentro di me.

Ora spero di aver fatto luce a me e a voi di quanto ho percepito e sentito in questi mesi, che anche a causa epidemia, sono stati e saranno ancora duri, ma torneremo lentamente alle nostre cose, nel frattempo continuo a godermi la mia isola sperduta, il mio approdo di piacere per i miei avventori vogliosi.

giovedì 16 gennaio 2020

A tutti i costi

È inverno. Le feste sono ormai un tiepido ricordo e le lucine natalizie che decorano strade e negozi mettono solo malinconia, è un tenero ricordo di un momento di festa ormai passato.
Questo freddo ti penetra nelle ossa e ti consuma, nemmeno la vista dell’azzurro e terso cielo riesce a rallegrarti e il sole è troppo pallido e resta in cielo troppo poco. Mi consumo di ricordi e bevo the verde e zenzero mentre aspetto questi uomini vogliosi di spezzare la monotonia quotidiana, di sentire l’adrenalina scorrere vorticosamente nelle vene e sentire il calore della mia bocca, dolce e soave riparo in questo gelido gennaio. Un ragazzo che mi scrive da qualche giorno e che avrebbe optato per un appartamento serale mi avverte che gli hanno cambiato il turno di lavoro e non può passare in serata. Delicatamente e con pudore mi chiede di venire subito. Gli dico che non posso e chiudo la conversazione. Questi strumenti moderni di comunicazione sono dotati di una modalità che a volte mi risulta piuttosto rognosa. Il ragazzo mi manda un vocale e si scusa e non vuole dirmi che passerà per poi darmi buca. La sua voce è calda e profonda dal forte accento romano, nasconde una rude gentilezza che mi colpisce. Immagino questo ragazzone voglioso di provare una nuova emozione e dopo quel vocale non mi sento di dirgli di no. Gli do l’indirizzo e lo aspetto. Il rituale è sempre lo stesso anche se passano gli anni e le sensazioni che mi fanno vibrare sono sempre le stesse. Arriva, gli apro, lo aspetto. La porta si apre e la luce del pianerottolo illumina l’ingresso, lentamente ed esitando la porta si chiude. Uno sommesso buonasera riempie la stanza. Quella voce virile calda e profonda, rude e al tempo stesso gentile. Non rispondo. Il gioco è gioco. Si spoglia delle vesti invernali, slaccia la cinta dei pantaloni, che dolce tintinnio che precede la vista del suo uccello. Esita a metterlo dentro, mi inginocchio lo vedo dal buco mentre se lo smanetta nervosamente.
“Ci sei?” Mi chiede ancora con educazione. “Si ci sono” ed allungo la mano dal buco per afferrare il suo uccello e trascinarlo dentro per rompere ogni imbarazzo. È fatta. È mio. Dolcemente lo accolgo nella mia bocca e lentamente lo sento crescere. È un bel membro duro, largo, con un grande glande gonfio e rosato. Gioco e mi diverto. Il ragazzone è teso ma non posso farci molto se non mettere tutta la mia passione e la mia foga nel farlo



Sento che gode e mi avverte che sta per venire e poi sommessamente e senza troppo clamore dal suo pene esce tanta calda crema che mi rende felice per l’ottimo compito svolto.


Pulisco il ragazzone. Lui lo rimette dentro e mi dice il suo nome. È simpatico e cordiale, mi piace. Sorrido e gli dico il mio nome, lo lascio andare al suo lavoro, lo aspetta una serata di fatica, però sono felice perché ho seguito il mio istinto e questo ragazzone meritava la la sua esperienza, l’ha voluta a tutti i costi!


martedì 23 luglio 2019

Forza Roma ma i laziali ce l'hanno più grosso

Le serate estive dovrebbero durare di più. Le strade mezze vuote, il vociare dei ragazzi che l'indomani non devono andare a scuola e riempiono piazze e vicoli di vita e fragorose risate, il silenzio che si gode anche a finestre aperte, mentre una lieve brezza entra ed accarezza il mio corpo seminudo e mezzo addormentato sul letto. In questo luglio di fuoco, in cui ho ritrovato tra le pieghe del mio cuore emozioni dimenticate, timidamente cerco di destarmi da un torpore inusuale e metto in fila qualche incontro che mi riporti a terra, al sicuro.
Senza aver preso appuntamenti con la diligenza che mi è solita, guardo il mio telefono e scorro tra i miei contatti. Vedo un numero sconosciuto, poche righe e la volontà da parte del misterioso interlocutore di prendere un appuntamento per venire a provare il mio gloryhole.
Non lo conosco, non ricordo nulla di lui, gli mando un messaggio più che altro per passare il tempo. In pochi secondi mi risponde e mi dice che vorrebbe passare, mi chiede dove deve venire. Sorpreso e incuriosito gli rispondo che per me va bene ma devo approfondire e gli chiedo quindi in quale occasione ci siamo contattati.
L'uomo misterioso mi rivela di essere un mio lettore e, spinto dalla curiosità, mi aveva scritto tempo addietro manifestando l'intenzione di venirmi a trovare per provare le splendide emozioni che aveva letto su queste pagine. Non chiedo altro se non l'età e l'altezza, per regolare al meglio il gloryhole.
Una volta datogli il mio indirizzo, mi informa che impiegherà circa una mezz'ora per arrivare e che dovrà prendere uno scooter a noleggio, quindi ci salutiamo ed io inizio a preparare il gloryhole.
Passano i minuti e con grande serietà e puntualità mi dice di avere avuto problemi con lo scooter e quindi si è visto costretto a prendere una macchina a noleggio e di conseguenza arriverà con qualche minuto di ritardo. La serata è tiepida ed avvolgente e non ho altri impegni per cui gli dico che non ci sono problemi.
Aspetto dunque l'arrivo del mio "più che mai misterioso" avventore sprofondando dolcemente nel mio letto.
Arriva un messaggio. E' arrivato. Gli dico dove salire, gli apro ed aspetto. Dopo qualche secondo sento bussare con delicatezza mentre la porta di apre. 
"Ciao, si può?"
E' educato e rispettoso, entra e chiude la porta. Mi sembra giusto ricambiare il saluto.
"Ciao, ben arrivato, insomma mi sembra di capire che sei un mio lettore"
"Si, sono capitato sul tuo blog e ho letto che sono venuti un po' di laziali a trovarti"
"Ah, sei della Lazio anche tu? Debbo dirti che i sostenitori della tua squadra del cuore mi hanno dato sempre grosse soddisfazioni"
"Eh si, sono anche io della Lazio e si, ho letto qualche cosa a riguardo". Parla con un chiaro accento romano, con una voce profonda, calma e dolcemente musicale, la sua voce ha un ritmo lento e sensuale. 
"Vabbe, io mi metto comodo eh" mi dice con serenità.
"Ma certo!". 
Sento che si toglie le scarpe e poi si slaccia la cinta dei pantaloni e sento la zip calare di corsa e poi i rumori usuali di chi si poggia per togliersi i pantaloni. Lo sento avvicinarsi al gloryhole ed inizio ad intravedere il suo membro a riposo e i suoi testicoli penduli e ben depilati. 
"Beh hai penato un po' per arrivare, bisogna ripagare in qualche modo tanta perseveranza"
"Eh si, io credo che una doppia razione me la merito proprio"
"Urca", penso io, "voglioso il ragazzo! Vediamo se la prestanza fin qui dimostrata dai laziali continua ad essere onorata"
Mi avvicino e delicatamente prendo in bocca il suo pene addormentato. In pochi secondi si desta e cresce, cresce e non si ferma. In pochi secondi lo porto alla sua massima erezione e rimango sbalordito. Il pene di questo giovane maschio è meraviglioso. Le sue forme sono perfette, il suo glande vellutato e profumato si fa desiderare e come una carnosa fragola lo tengo in bocca mentre la lingua veloce saetta sotto il frenulo.




Lo sento godere e sento il suo pene vibrare sotto le mie attenzioni, lo sento pulsare ed allora mi dedico ai suoi testicoli. Essi sono depilati, gonfi e leggermente penduli ma lentamente si alzano, sintomo che l'orgasmo si avvicina. Ad ogni mio tocco, ad ogni mia carezza, ad ogni mio affondo in gola, dove difficilmente arriva questo bellissimo e grosso uccello, sento i suoi gemiti di piacere e la voglia che cresce di schizzare la calda crema che riempie i suoi testicoli.
Mi diverte fermarmi e poi riprendere e poi fermarmi nuovamente e sentire crescere in lui la voglia di godere. Sento che non resiste più ed allora decido di accontentarlo. L'ho portato  così tante volte sull'orlo del piacere con la mai bocca e la mia gola  che adesso mi fermo ed è la mia lingua che titillando sotto il frenulo lo porta fino al punto di non ritorno e non appena lo sento godere mi allontano ed afferro nella mia mano la sua grossa e nodosa asta per agitarlo e portare a compimento il suo piacere nella sua massima declinazione. Esce tanto caldo e bianco seme che inonda la mia spalla destra e i suoi gemiti di piacere riempiono la mia stanza per poi placarsi con grazia.
Con estrema delicatezza pulisco il suo membro che rimane duro e voglioso, mi sembra chiaro che debba offrire al giovanotto la seconda razione.
Mi sistemo, mi pulisco e lo pulisco ed accolgo nuovamente nella mia il suo splendido uccello.
Adoro gustare un cazzo semi duro, adoro sentire la sua morbidezza in una forma più cresciuta del pene a completo riposo e so che questa mia delicatezza di curare e assaporare l'uccello reca tanto piacere al maschio che viene a trovarmi.
Ci metto un po' ma ala fine il suo uccello raggiunge nuovamente le enormi dimensioni che riempiono totalmente la mia bocca e la mia gola ed accompagnando il lavorio di bocca con la mia mano destra che masturba dolcemente il suo uccello, in pochi minuti lo porto al suo secondo orgasmo, un'altra esplosione di piacere accompagnato da gemiti e seme abbondante.
Lo pulisco e gli restituisco il suo pene, lui si volta per prendere i pantaloni si china e dal gloryhole riesco a vedere uno splendido paio di natiche di color latte, sode, carnose e perfettamente tornite. Questa visione è per me paradisiaca al punto da provocarmi un fremito di piacere e desiderio, al punto di farmi desiderare di affondare il mio viso tra sue meravigliose chiappe per gustare quella pesca matura ed abbondante. Mi riprendo difficilmente da queste visioni: un membro dalla fattezze perfette ed incredibilmente prestante, un paio di splendide natiche da mordere e palpare. 
"Allora io vado, grazie è stata proprio una bella esperienza, penso proprio che torno a trovarti"
"Volentieri, hai un uccello bellissimo, sarà un piacere farti godere di nuovo e complimenti per la prestazione, non hai smentito la fama dei laziali. Credo proprio che dovrò fare un abbonamento con voi della Curva Nord!"
Ride soddisfatto e fiero e mentre apre la porta mi saluta con la sua voce sensuale e ritmata, con quel dolce accento romano non troppo marcato ma decisamente accattivante.
Le serate estive dovrebbero durare di più anche per questi incontri!